CHIESA DI SAN GERARDO MAIELLA - GALLIPOLI
Il 14 marzo 1994 avevo preso per la prima volta un vecchio martello per tentare di sfogare sulla pietra tutto ciò che tormentava il mio animo.
Nel mese di aprile Don Gigi De Rosa, parroco della chiesa di S. Gerardo, ebbe modo di vedere i miei primi lavori e mi chiese di fare uno studio su come completare la struttura parrocchiale ancora priva di arredo sacro.
LASTRE IN ALTORILIEVO PER LA FACCIATA
Le idee si susseguirono incessantemente e giorno 17 ottobre 1994 fu inaugurata la facciata impreziosita da 4 lastre scolpite per raccontare la vita del santo a cui era dedicata la chiesa.
CROCE PER LA FACCIATA
Sulla sommità della stessa facciata si incastra una croce stilizzata alta circa 3 metri che lascia immaginare la figura del Cristo.
ACQUASANTIERA
L’anno successivo fu inaugurata l’acquasantiera che rappresenta la linea della vita come sorgente di problemi che diventano nodi di un tronco scivolando come acqua verso il basso per rispondere ad una legge di natura sino a quando, qualcosa di più grande che non può tradire, pulisce mentre lava e santifica.
CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
È nel gennaio 1999 che Monsignor Vittorio Fusco, vescovo della diocesi di Nardò, celebra la liturgia della dedicazione della Chiesa a S. Gerardo Maiella istituita nel 1974 dal vescovo Paquale Quaremba, il quale pose la prima pietra il 2 settembre 1982.
La chiesa fu aperta al culto il 15 giugno 1986 dal vescovo Aldo Garzia ma, come spiega il parroco Don Gigi De Rosa, senza che fosse completa degli elementi essenziali, quale l’altare inamovibile, il battistero, l’ambone e le croci indispensabili per la dedicazione.
ELEMENTI DOMINANTI PER IL PROGETTO D’INTERNO
Elaborando il progetto d’interno ho voluto valorizzare ciò che a prima vista poteva apparire rigido, freddo, insignificante.
Partendo da strutture di base squadrate e schematizzate, si è reso necessario addolcire la linea attraverso forme semplici e coinvolgenti che potessero ammorbidire armoniosamente il contesto per trasferire l’animo del credente in un mondo sovrannaturale, un mondo Grande, Alto ma non irraggiungibile.
Il fedele che entra in Chiesa si trova a seguire visivamente, e di conseguenza spiritualmente, l’ascesa al Cristo attraverso una serie di piani che convogliano con linee morbide, all’altare per salire sempre più sino ad arrivare alle linee della volta che culminano in un vertice, un Punto al quale attraverso la Chiesa ed il Cristo, bisogna arrivare vivendo e pregando.
Altri elementi necessari per un’ascesa cristiana al Vertice, risultano il leggio ed il fonte battesimale.
AMBONE
Il primo simboleggia la Parola, fulcro di un discorso che si articola scaturendo da una linea dritta e verticale.
L’elemento decorativo in rame smaltato sulla pietra naturale e pura nella sua essenza, mira ad evidenziare il significato della Parola aprendosi come pagina di un libro e lasciando spazio ad un discorso che scorre tramite i rappresentanti della Chiesa.
BATTISTERO
Il battistero, a sua volta, parte dallo stesso principio: una linea dritta e verticale dalla quale prende slancio quello scorrere di acqua purificatrice che si raccoglie nella vasca alla quale attinge l’animo innocente ma già segnato dal peccato.
ALTARE
Tra i due elementi si viene a posizionare l’altare: un insieme di linee avvolgenti che si aprono dal basso per definire l’idea del calice composto da linee rigide e morbide che ricordano la fluidità del sangue e la solidità del corpo di Cristo.
Anche in questo elemento, come nei due precedenti, il rame viene a concorrere per penetrare più a fondo nel concetto di calice: viene a marcare il vuoto evidenziando la linea che l’occhio è portato a seguire perché scorrevole e sempre diretta verso l’obiettivo: il Cristo che ci riconduce a Dio attraverso i tre pilastri della volta che, con ferma sicurezza, convogliano, come già precedentemente detto, nell’unico Punto più alto il Vertice.
CATTEDRA
Alle spalle dell’altare vi è la cattedra che, nella sua linea pura e semplice, racchiude l’idea del riunirsi attorno alla mensa.
Le sfumature di un verde azzurro brillante, illuminato da toni dorati, lasciano spazio allo spirito, spalancano le porte ad un respiro che non parte solo dai polmoni ma anche e soprattutto dal cuore: ecco che il contesto riesce a creare emotivamente uno stato psicologico pronto ad essere vicino all’Unico Essere Grande.
Le linee semplici e scorrevoli che indicano la strada da percorrere per arrivare al Punto Focale, i toni freschi, rasserenati ma nello stesso tempo scaldati dalla luce della Speranza e della Fede, richiamano interamente l’occhio e lo spirito di chi, credente o no, si affaccia alla porta della casa di Dio.
TELE DIPINTE AD OLIO PER LA ZONA PRESBITERIALE
Nell’anno 2000 sono state completate diciannove tele dipinte ad olio.
Il prof. Gino Schirosi nel testo “Gallipoli Sacra – duemila anni di storia, fede ed arte” descrive così: il fondale è impreziosito da un pregevole e tenue pannello composto da 19 tele di grandi dimensioni dipinte ad olio a ricoprire le pareti di tutta la zona presbiteriale.
La superba scenografia, incorniciata su varie sezioni lignee a piani diseguali, raffigura l’imponente immagine centrale del Cristo Redentore.
Dominante su tutta l’impaginazione pittorica, è raffigurato mentre parla alle folle, ovvero un gruppo monocromatico sul rosa – carne di immagini indefinite e diafane a rappresentare chiunque, ovvero l’umanità, all’interno di una sceneggiatura dai colori evanescenti siffatte figure indistinte fuoriescono da un fondale uniforme color verde, popolando l’intera illustrazione ruotante intorno al concavo emiciclo presbiteriale.
STUDIO E REALIZZAZIONE DELLE CAPPELLE LATERALI
Nello stesso anno sono stati presentati i progetti per la realizzazione delle due cappelle laterali di cui una dedicata al Santo e l’altra ad accogliere il Tabernacolo.
Anche in questo caso la linea ha avuto un ruolo fondamentale per la messa a fuoco degli elementi essenziali.
Nel 2003, incaricata dal nuovo parroco Don Piero De Santis, i progetti delle cappelle sono stati realizzati.
Nel mese di aprile Don Gigi De Rosa, parroco della chiesa di S. Gerardo, ebbe modo di vedere i miei primi lavori e mi chiese di fare uno studio su come completare la struttura parrocchiale ancora priva di arredo sacro.
LASTRE IN ALTORILIEVO PER LA FACCIATA
Le idee si susseguirono incessantemente e giorno 17 ottobre 1994 fu inaugurata la facciata impreziosita da 4 lastre scolpite per raccontare la vita del santo a cui era dedicata la chiesa.
CROCE PER LA FACCIATA
Sulla sommità della stessa facciata si incastra una croce stilizzata alta circa 3 metri che lascia immaginare la figura del Cristo.
ACQUASANTIERA
L’anno successivo fu inaugurata l’acquasantiera che rappresenta la linea della vita come sorgente di problemi che diventano nodi di un tronco scivolando come acqua verso il basso per rispondere ad una legge di natura sino a quando, qualcosa di più grande che non può tradire, pulisce mentre lava e santifica.
CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
È nel gennaio 1999 che Monsignor Vittorio Fusco, vescovo della diocesi di Nardò, celebra la liturgia della dedicazione della Chiesa a S. Gerardo Maiella istituita nel 1974 dal vescovo Paquale Quaremba, il quale pose la prima pietra il 2 settembre 1982.
La chiesa fu aperta al culto il 15 giugno 1986 dal vescovo Aldo Garzia ma, come spiega il parroco Don Gigi De Rosa, senza che fosse completa degli elementi essenziali, quale l’altare inamovibile, il battistero, l’ambone e le croci indispensabili per la dedicazione.
ELEMENTI DOMINANTI PER IL PROGETTO D’INTERNO
Elaborando il progetto d’interno ho voluto valorizzare ciò che a prima vista poteva apparire rigido, freddo, insignificante.
Partendo da strutture di base squadrate e schematizzate, si è reso necessario addolcire la linea attraverso forme semplici e coinvolgenti che potessero ammorbidire armoniosamente il contesto per trasferire l’animo del credente in un mondo sovrannaturale, un mondo Grande, Alto ma non irraggiungibile.
Il fedele che entra in Chiesa si trova a seguire visivamente, e di conseguenza spiritualmente, l’ascesa al Cristo attraverso una serie di piani che convogliano con linee morbide, all’altare per salire sempre più sino ad arrivare alle linee della volta che culminano in un vertice, un Punto al quale attraverso la Chiesa ed il Cristo, bisogna arrivare vivendo e pregando.
Altri elementi necessari per un’ascesa cristiana al Vertice, risultano il leggio ed il fonte battesimale.
AMBONE
Il primo simboleggia la Parola, fulcro di un discorso che si articola scaturendo da una linea dritta e verticale.
L’elemento decorativo in rame smaltato sulla pietra naturale e pura nella sua essenza, mira ad evidenziare il significato della Parola aprendosi come pagina di un libro e lasciando spazio ad un discorso che scorre tramite i rappresentanti della Chiesa.
BATTISTERO
Il battistero, a sua volta, parte dallo stesso principio: una linea dritta e verticale dalla quale prende slancio quello scorrere di acqua purificatrice che si raccoglie nella vasca alla quale attinge l’animo innocente ma già segnato dal peccato.
ALTARE
Tra i due elementi si viene a posizionare l’altare: un insieme di linee avvolgenti che si aprono dal basso per definire l’idea del calice composto da linee rigide e morbide che ricordano la fluidità del sangue e la solidità del corpo di Cristo.
Anche in questo elemento, come nei due precedenti, il rame viene a concorrere per penetrare più a fondo nel concetto di calice: viene a marcare il vuoto evidenziando la linea che l’occhio è portato a seguire perché scorrevole e sempre diretta verso l’obiettivo: il Cristo che ci riconduce a Dio attraverso i tre pilastri della volta che, con ferma sicurezza, convogliano, come già precedentemente detto, nell’unico Punto più alto il Vertice.
CATTEDRA
Alle spalle dell’altare vi è la cattedra che, nella sua linea pura e semplice, racchiude l’idea del riunirsi attorno alla mensa.
Le sfumature di un verde azzurro brillante, illuminato da toni dorati, lasciano spazio allo spirito, spalancano le porte ad un respiro che non parte solo dai polmoni ma anche e soprattutto dal cuore: ecco che il contesto riesce a creare emotivamente uno stato psicologico pronto ad essere vicino all’Unico Essere Grande.
Le linee semplici e scorrevoli che indicano la strada da percorrere per arrivare al Punto Focale, i toni freschi, rasserenati ma nello stesso tempo scaldati dalla luce della Speranza e della Fede, richiamano interamente l’occhio e lo spirito di chi, credente o no, si affaccia alla porta della casa di Dio.
TELE DIPINTE AD OLIO PER LA ZONA PRESBITERIALE
Nell’anno 2000 sono state completate diciannove tele dipinte ad olio.
Il prof. Gino Schirosi nel testo “Gallipoli Sacra – duemila anni di storia, fede ed arte” descrive così: il fondale è impreziosito da un pregevole e tenue pannello composto da 19 tele di grandi dimensioni dipinte ad olio a ricoprire le pareti di tutta la zona presbiteriale.
La superba scenografia, incorniciata su varie sezioni lignee a piani diseguali, raffigura l’imponente immagine centrale del Cristo Redentore.
Dominante su tutta l’impaginazione pittorica, è raffigurato mentre parla alle folle, ovvero un gruppo monocromatico sul rosa – carne di immagini indefinite e diafane a rappresentare chiunque, ovvero l’umanità, all’interno di una sceneggiatura dai colori evanescenti siffatte figure indistinte fuoriescono da un fondale uniforme color verde, popolando l’intera illustrazione ruotante intorno al concavo emiciclo presbiteriale.
STUDIO E REALIZZAZIONE DELLE CAPPELLE LATERALI
Nello stesso anno sono stati presentati i progetti per la realizzazione delle due cappelle laterali di cui una dedicata al Santo e l’altra ad accogliere il Tabernacolo.
Anche in questo caso la linea ha avuto un ruolo fondamentale per la messa a fuoco degli elementi essenziali.
Nel 2003, incaricata dal nuovo parroco Don Piero De Santis, i progetti delle cappelle sono stati realizzati.